Jeff Buckley, l’angelo volato via troppo presto

Il 17 Novembre 1966 nasceva il prodigioso Jeff Buckley

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Ereditando dal padre Tim una immensa dote vocale, Jeff Buckley ha segnato profondamente gli anni 90 con il suo straordinario testamento, Grace. Jeff non era solo caratterizzato da una incredibile estensione vocale, ma poteva definirsi anche un grande songwriter che ha influenzato gran parte del rock moderno.

Per celebrare il suo 53esimo compleanno, ripercorriamo la breve ed illuminante carriera di quel ragazzo dalla voce angelica che ha sorpreso il mondo.

BIOGRAFIA

Un cognome, a volte, può essere davvero pesante da sopportare. Jeff Buckley invece rappresenta il caso contrario, in quanto è riuscito meravigliosamente a scrollarsi di dosso gli sterili paragoni con il padre Tim e ha saputo rendersi protagonista nei tempestosi anni 90.

Jeff nasce a Orange County (California), il 17 Novembre 1966 da Mary Guibert (riconiugata con Ron Moorhead) e Tim Buckley, uno dei più grandi cantautori del secolo scorso, scomparso all’età di soli 28 anni per una overdose. Jeff non conoscerà mai il padre, ma inaspettatamente condividerà con lui un triste destino.

Con un padre come Tim Buckley è davvero difficile non tentare la via musicale, il giovane Jeff è un ragazzino sveglio e dotato di una sensibilità non indifferente. La sua prima band, chiamata Shinehead, viene formata a Los Angeles nel 1990; successivamente si trasferisce a New York e costituisce una seconda compagine chiamata Gods & Monsters. Quest’ultima esperienza dura poco, ma il ragazzo riesce ad accrescere le sue capacità vocali, interpretando dal vivo cover di altri artisti come Edith Piaf e Van Morrison.

È palese che un timbro del genere non è cosa di tutti giorni e cosi la Columbia non si lascia sfuggire l’occasione di concedere gli strumenti necessari a Jeff per dare vita alla sua gemma musicale, Grace. Nel 1994, un anno dopo la firma del contratto, Buckley inizia a girare il mondo per supportare il suo primo e unico disco.

Jeff Buckley e Paul McCartney nei primi anni 90

Il successo di Grace e la misteriosa morte

Grace ottiene grandissimi risultati, il lavoro contiene dieci tracce: tre composte da Jeff, due in collaborazione con l’amico Gary Lucas, una con Michael Tighe e una con Mick Grondahl e Matt Johnson, più tre cover, tra le quali è impossibile non citare la meravigliosa Hallelujah di Leonard Cohen. La voce eccezionale di Jeff, al limite dell’angelico, riesce da un lato ad omaggiare l’immenso padre, ma dall’altro sottolinea una grazia cara a pochissimi artisti. Qui si percepisce il valore di un talento che avrebbe potuto dare molto di più al mondo della musica ma il destino, come sempre, gioca brutti scherzi. Ed infatti, la sera del 29 Maggio 1997, nel bel mezzo delle sessioni di registrazione del secondo disco My sweetheart the drunk, Jeff si ferma in una delle sponde del Wolf River, un affluente del Mississippi, a Mud Island Harbor (Memphis, Tennessee) per fare una inspiegabile nuotata. Dopo pochi istanti il cantante scompare, forse risucchiato dalle onde dell’immenso fiume americano. Il suo corpo verrà ritrovato solo il 4 Giugno.

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