DINOSAURI è il nuovo album di TOMMASO DI GIULIO

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TOMMASO DI GIULIO, cantautore romano, uscirà su tutte le piattaforme digitali il 27 settembre con “Dinosauri”, il quarto e nuovo album per Flamingo Management.

“Dinosauri” è il Nuovo Album di Tommaso Di Giulio

Tommaso Di Giulio è pronto con il nuovo album “Dinosauri” in uscita il 27 settembre per Flamingo Management.

Il cantautore romano, che vanta collaborazioni con artisti come Max Gazzè, Marina Rei e Yuman, è in arrivo con il suo quarto lavoro discografico.

I temi dell’album “Dinosauri” di Tommaso Di Giulio

Dinosauri’ attraverso otto canzoni parla di amicizie, amore, ambizioni e anche del tempo che passa. Sensazioni, esperienze ed emozioni in cui tutti possono immedesimarsi.

In questo viaggio Tommaso Di Giulio tratta il cambiamento, le nuove prospettive e la resistenza. Il tutto trasmesso attraverso melodie soul, funk e folk psichedeliche, ballabili e in grado di regalare positività creando così un contrasto interessante tra musica e parole.

Come nasce la copertina di “Dinosauri”?

La copertina dell’album e dei singoli usciti sono stati realizzati da Giulia Scherani, una talentuosa fan di appena 14 anni (appassionata alla musica di Tommaso da quando ne ha solo 2 grazie alla sua mamma), che ha realizzato un concept visivo attraverso divertenti illustrazioni di dinosauri immersi nelle difficoltà della nostra quotidianità.

Commenta Tommaso Di Giulio a proposito di “Dinosauri”

Tommaso Di Giulio riguardo a “Dinosauri” ha affermato:

Dinosauri è un album che mi è piombato addosso con la furia di un triceratopo, per farmi cambiare idea, quando pensavo di voler smettere di fare il cantautore.

Dentro ci sono tante cose: uno sguardo nuovo sull’amore, sull’amicizia e sulle ambizioni, alcune riflessioni su patologie molto contemporanee e un nuovo capitolo dello scontro impari con il tempo che passa, con tanto di riflesso nello specchio che picchietta sul polso come a dire: “allora? Hai visto che ore sono?”.

I giganti preistorici del titolo mi sembravano perfetti per evocare la difficoltà di abitare un mondo che credevamo di conoscere ma che, in realtà, sembra sempre più condannato ad un’estinzione imminente. Eppure ci piace pensare di esserne ancora gli ingombranti dominatori. Parlo soprattutto di un sistema di valori, di un approccio alla vita, della velocità del linguaggio, dei suoi mutamenti iperbolici e, in sostanza, del modo in cui ci relazioniamo con gli altri esseri umani.

Ho provato a raccontare come ci si sente a vivere il proprio tempo come un paio di scarpe troppo strette che però devi mettere perchè sei ad un evento formale: quel rendersi conto di essere perennemente alla ricerca di qualcosa in una realtà che ti impone con violenza i suoi ritmi evolutivi (che spesso fanno rima con autodistruttivi).

Dinosauri non è però un album pessimista, anzi, forse è il disco più positivo che mi sia capitato di scrivere (anche i colori del soul, del funk e del folk psichedelico partecipano ad alzare la “temperatura” generale).

E’ sicuramente un lavoro figlio dell’inquietudine che mi accompagna da sempre (e che credo non mi lascerà mai) ma che nasce più che altro da una curiosità insaziabile verso le cose che non conosco oltre che dalla passione per gli incontri tra le persone e le alchimie salvifiche che possono produrre》.

La tracklist di “Dinosauri” di Tommaso Di Giulio

Qui la tracklist:

  1. Dinosauri
  2. Borghesi
  3. Soltanto se ci va
  4. Anche Basta
  5. Giallo
  6. Come un rigore agli Europei (feat. MOX)
  7. Non fa una piega
  8. Quando ho paura.

DINOSAURI

Track by Track

DINOSAURI

Sul brano:

La title track è la sintesi di tutti gli elementi presenti nell’omonimo album.

Si tratta di una ballata in cui convivono reminiscenze trip-hop, pulsazioni kraut e un quartetto d’archi che riecheggia le colonne sonore delle commedie italiane degli anni ’60. Le sfumature complesse di un retrogusto dolce-amaro accompagnano tutta la durata del brano.

Nel testo si inseguono quindi domande senza risposta, crisi esistenziali, riflessioni sul tempo che passa, confessioni romantiche e altri appuntamenti a cui, presto o tardi, nessuno di noi può sfuggire.

Dico io:

Dinosauri rappresenta il mio “qui ed ora”, una fotografia di una presa di coscienza, mai pacificata, di chi sono in questo specifico momento della mia vita.

Racconto, con picchi di onestà quasi esagerati, di come ci si sente a scoprire i primi capelli bianchi, della meraviglia di un’intesa miracolosa con la persona che si ha accanto, del trauma delle responsabilità che aumentano di giorno in giorno mentre il mondo tenta di portare troppo avanti le lancette dell’orologio.

Il nome del brano riassume per l’appunto questo senso di inadeguatezza nei confronti della contemporaneità: i dinosauri sono tra noi, siamo noi, sono io. Resisteremo all’estinzione?

BORGHESI

Borghesi è un brano in cui la parola che gli dà il titolo non viene mai nominata, sostituita, in compenso, dal termine “schiavi”.

La canzone mette in fila una serie di nevrosi squisitamente contemporanee e offre una personale mappatura di tutte quelle abitudini effimere e vizi a cui non sappiamo e non vogliamo rinunciare, pur sapendo che potrebbero condurci all’infelicità. Una schiavitù ricoperta di caramello salato con retrogusto amaro di “cosa fai a Capodanno?”.

La borghesia evocata nel testo va però intesa più come una condizione esistenziale, perennemente in contraddizione con se stessa, che nella sua classica accezione politica.

E’ qualcosa che ormai trascende le classi sociali.

Borghesi è un brano che parla di disillusione, solitudine, della crescente difficoltà che hanno gli esseri umani a relazionarsi tra loro e creare legami profondi con i propri simili.

Sullo sfondo, però, resta vivo l’inestinguibile anelito d’amore che continua a salvare la nostra specie, malgrado tutto il dolore che questa ricerca può comportare.

Le tinte scure del testo di Borghesi giocano di contrasto con l’impianto musicale del brano, caratterizzato da un ritmo ballabile, pulsazioni wave e grandi aperture melodiche.

SOLTANTO SE CI VA

“Soltanto se ci va” racconta la storia di una coppia innamorata che sta cercando di capire come prendere con filosofia la fine del mondo.

Più che un’apocalisse, ciò che si dispiega davanti ai loro occhi sembra essere un armageddon a lento rilascio, uno stillicidio molto simile a quello che tanti vivono come la condizione contemporanea per eccellenza.

Mentre si godono amore e complicità, grati di essersi trovati in un mare magnum di persone che non riconoscono più e con cui non si trovano a loro agio, i due protagonisti sanno però che presto dovranno fare una scelta: disillusione, isolamento e una resa dolce-amara oppure farsi forza, riconquistare un po’ di fiducia nel genere umano e inventarsi una sana rivoluzione?

“Ho scritto questo brano dopo aver sperimentato un immenso senso di gratitudine nei confronti della persona che ho accanto, la donna che mi ha fatto credere nell’amore e che mi ha ricordato che forse non tutta l’umanità è da buttare. Musicalmente ho cercato di immaginare una tavola rotonda tra Lucio Battisti, Nick Drake e il filosofo pessimista Emil Cioran (e un paio di bottiglie di quello buono). L’obiettivo? Alzarsi con una canzone che suoni come una brezza leggera in un giorno d’afa ma che poi ti colpisca a sorpresa: una goccia di sudore freddo, il rinculo di un’arma che non si sa padroneggiare.

E’ una canzone porosa, con al centro l’incredibile forza di due anime fragili che si sono unite contro il mondo.”

ANCHE BASTA

Anche Basta” è una canzone che parla di quanto sia difficile porre fine ad una relazione tossica, anche quando sappiamo che ci sta consumando poco a poco.

Al centro della storia c’è un rapporto palesemente impari, sia dal punto di vista pratico che da quello sentimentale, cosa di cui il protagonista è tristemente coscio.

Anche se ha ben chiaro che dovrebbe staccarsi dalla persona che gli sta vampirizzando cuore e anima, ogni proposito di rivalsa sembra infrangersi in una ritirata balbuziente, sintetizzata nel calembour “con sorpresa” che esplode nel ritornello.

Più si va avanti con le strofe, però, e più sembra farsi strada un barlume di speranza. Una svolta all’orizzonte? Chissà: il finale è aperto.

Anche in questo caso la canzone gioca con i contrasti: il suo ritmo funk-soul, illuminato da una calda orchestrazione di fiati che invita al ballo e ad uno slancio propositivo, si scontra con la malinconia del testo, dove frustrazione, voglia di cambiare e speranze disattese si danno il cambio facendosi forza l’un l’altra.

Il risultato: la fotografia di un romantico stallo alla messicana. Non ci è dato sapere chi ne uscirà vivo.

GIALLO

Sul brano:

Giallo è una dedica ad un’amicizia speciale; un’ode all’imperfezione per mezzo di una ballata di folk psichedelico in cui si celebra l’errore creativo, l’assenza di senso dell’orientamento, il capirsi senza parlare e l’heavy metal.

Ne dico io:

Giallo è il nome del mio migliore amico. No, non ho scritto “soprannome”. E allora? Non lasciamoci distrarre da un nome originale.

La cosa importante è che ormai vent’anni fa siamo entrati in sintonia praticamente all’istante parlando di musica (per lo più inascoltabile) e che, nonostante fossimo (e siamo) persone molto diverse l’uno dall’altra, e malgrado un milione di cose pazzesche che ci sono successe nella vita, la nostra amicizia ha resistito al tempo.

La canzone parla di quanto sia difficile e prezioso trovare qualcuno da chiamare “fratello” anche se non si hanno gli stessi parenti e di quanto sia bello scoprire che duecento difetti appartenenti in ordine sparso a due individui che condividono almeno un po’ di sensibilità, possano trasformarsi, a volte, in un mazzolino di pregi.

COME UN RIGORE AGLI EUROPEI

È la storia di due ragazzi, timidi, introversi e imbranati in egual misura, innamorati della stessa ragazza. Lei li invita entrambi ad un concerto: ama ballare. Peccato che entrambi i pretendenti stiano al ballo come un lampione sta alla Macarena. La contesa per conquistare il cuore della ragazza sembra partire già con il piede sbagliato.

E se poi lei, a prescindere dalle prestazioni sul dancefloor, non ricambiasse i sentimenti di nessuno dei due? Forse lei, all’amore, non pensa proprio.

Il brano alterna e mescola i punti di vista dei due ragazzi, rivali ma più simili tra loro di quanto immaginano, raccontando lo smarrimento dei sentimenti, la voglia di fare colpo, il vicolo cieco di certe timidezze, il terrore di sbagliare qualcosa.

Emozioni simili possono spingere a invocare l’aiuto di divinità antiche e nascoste, come il Dio del Rock n’Roll, protettore di tutti i cuori selvaggi.

NE DICO IO

Ho scritto questa canzone pensando di dover girare una scena di un film a basso costo, una commedia dolce-amara: tutto si articola a partire da piccoli bozzetti immaginifici, da frammenti narrativi (è una cosa che cerco di fare spesso) ma sapevo già fin dalle prime versioni voce e chitarra che il pezzo si sarebbe prestato alla collaborazione di un altro artista.

E come co-protagonista non avrei potuto avere di meglio che Mox, cantautore straordinario di cui sono fan della prima ora e con cui sento di avere più di un’affinità elettiva.

La canzone gioca ancora una volta sul contrasto tra la malinconia e l’introspezione del testo e il mood da “singolo per l’estate” dell’arrangiamento e della melodia.

NON FA UNA PIEGA

Sul brano:

La canzone mette in musica l’accesa discussione di una coppia che deve prendere una decisione importante. Molto importante. Una di quelle che ti possono far discutere a lungo. Appunto.

Si tratta di una ballata retro-futuribile che evoca scenari da commedie dolci-amare giocando con pulsazioni elettroniche, pianoforti tardopaolocontiani e orchestrazioni da cinema italiano anni ’60.

Ne dico io:

Ci sono momenti della vita che vanno fissati in qualche modo. Anche quando quei momenti sono fasi di stallo, crisi esistenziali, questioni da affrontare che diventano ogni giorno sempre più ineludibili.

Io questo, da sempre, faccio i conti con queste cose provando anche a scriverci una canzone su.
“Non fa una piega” è il risultato.

Ringrazio per la gentile, estemporanea e puntualissima partecipazione nel finale del brano Carlotta e Lea, rispettivamente compagnia e figlia di Leonardo Ceccarelli, chitarrista, fonico e co-arrangiatore dell’album.

IO QUANDO HO PAURA

Sul brano:

Chiude l’album il brano più “strano” dal punto di vista musicale. Niente strofa, ritornello, bridge, special, ritornello e via dicendo ma due metà di un discorso: la prima parlata e la seconda interamente strumentale.

Dentro ci sono l’infanzia, lo spazio profondo, gli attacchi di panico e i mostri nell’armadio.

E’ un tentativo di annichilire lo sciame di paure paralizzanti che ci assalgono quando siamo più fragili. Una canzone che racconta di quella miracolosa infusione di forza che arriva in nostro soccorso quando vogliamo e dobbiamo stare vicino a chi, in questo momento, non ce la fa a rialzarsi da solo.

Ne dico io:

Forse una delle canzoni in cui mi sono messo più a nudo dai tempi di Canzone per S.

E’ un dialogo? Un soliloquio? Un delirio? Una confessione?

Probabilmente tutte queste cose insieme.
Vediamo se la riuscirò ad eseguire dal vivo senza piangere (troppo).

CREDITS

  • Musica e parole di Tommaso Di Giulio
  • Produzione artistica: Tommaso Di Giulio
  • Arrangiamenti: Tommaso Di Giulio e Leonardo Ceccarelli
  • Riprese e mix: Leonardo Ceccarelli al Red Couch Studio e al Lea Studio (Roma)
  • Riprese e mix del brano “Dinosauri”: Igor Pardini al Cubo Rosso Recording studio, Roma
  • Il brano “Dinosauri” è prodotto da Tommaso Di Giulio e Igor Pardini.
  • Tommaso Di Giulio: voce, basso elettrico, chitarra acustica, strani suoni da mondi vicini e lontani
  • Leonardo Ceccarelli: chitarre (soprattutto le parti difficili), mandolino, banjo, elettronica, sintetizzatori, backing vocals.
  • Edoardo Petretti: orchestrazioni, pianoforte, tastiere *
  • L’orchestrazione del brano “Dinosauri” è di Carmine Iuvone
  • Paolo Volpini: batteria e percussioni
  • Stefano Vaccari: basso elettrico sui brani “Giallo”, “Soltanto se ci va”, “Come un rigore agli Europei”, “Quando ho paura”
  • I fiati, le ance e gli archi sono stati registrati da Gianluca Siscaro al Village Recording Studio di Roma
  • Mirko Rinaldi: tromba
  • Ambrogio Frigerio: trombone
  • Davide Alivernini: sassofoni, clarinetto, flauto traverso
  • Angelo Maria Santisi: violoncello
  • Daniel Myskiv: violino
  • Mox: very special guest su “Come un rigore agli Europei”
  • Valerio Smordoni: tastiere e suoni siderali su “Dinosauri”
  • Giulio Filippini: chitarra elettrica sul brano “Dinosauri”
  • Artwork Giulia Scherani
  • Lea Ceccarelli e Carlotta La Russa: disquisizioni sulla coda di “Non fa una piega”
  • Mastering: Claudio Pisi Gruer al Pisi Studio di Roma.

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