Andrea Iervolino il produttore visionario che ha conquistato hollywood parte 3

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Andrea Iervolino

Numero “Speciale” a cura di Maria Cristina Locuratolo e Giovanni Convertini

Il cinema, i progetti visionari, il genio italiano, il sodalizio articistico e l’amicizia con Johnny Depp: continua la nostra chiaccherata con Andrea Iervolino, quali obbiettivi si è prefisso? A che punto è il Tuscany Film Studios? L’emozione per la partecipazione alla Notte degli Oscar, le prime leghe sportive spaziali questo e altro nella terza ed ultima parte di “Andrea Iervolino il produttore visionario che ha conquistato hollywood”.

Gianni: Guardando alla Tuscany Film Studios e al fatto che si parla di una Cinecittà in Toscana… a che punto siamo con questo progetto?

Andrea: Tutto il progetto Tuscany Film studio è basato su la la creazione di fondali virtuali per gli studi virtuali cioè il mio obiettivo non è attirare il produttore estero a venire in Italia per la Toscana o per l’Italia ma per la tecnologia che noi offriamo, quindi venire a girare in Italia in uno studio con le location virtuali. L’obiettivo del brand Tuscany Film Studio è di diventare il leader mondiale nella library di location virtuali, cioè con un
cambio set di 5 minuti, cioè in un giorno puoi girare 40 Location in 40 posti diversi nel mondo ma da dentro il nostro studio senza mai far percepire al pubblico minimamente che non eri a Fifth Avenue a New York ma in uno studio. Poi ci tengo a sottolineare che Tuscany Film Studio non è solo uno studio in Toscany, parte come idea di di studio in Toscana, ma è un brand con tutta una serie di remote location, un brand che viene utilizzato in un’altra sede che non deve stare per forza a Roma.

MARIA CRISTINA: Ci piacerebbe sapere se c’è un obiettivo in particolare che ti sei prefisso, che ti piacerebbe raggiungere?

Andrea: Il mio prossimo grande step nella vita a cui sto lavorando tantissimo è quello di fare le prime leghe sportive spaziali con la mia società Space 11. Il mio obiettivo è fare le prime leghe sportive spaziali cioè portare persone a gravità zero, facendo delle competizioni sportive. La prima che sto cercando di fare si chiama mix Martial Art gravità zero che è una sorta di box. Il format, sostanzialmente, vede questi atleti che si preparano a livello Atletico per essere dei MMA Fighter a gravità zero, quindi hanno una preparazione atletica, è una preparazione da astronauta.

I Boeing

Sono dei Boeing svuotati con dei ring dentro che fanno le parabole nel cielo e questo ricrea la gravità zero, la gravità lunare, Marte eccetera. Poi due li mettiamo nei Rocket ma anziché andare nello spazio come fanno gli astronauti a fare esperimento fanno a botte…il primo Champion della galassia, questo è il mio prossimo sogno sto lavorando. Ho incontrato tanti folli come me che ci credono, quindi questo è il mio prossimo obiettivo che è già fattibile a livello tecnologico.

Gianni: Tu hai prodotto pellicole come Maserati, Lamborghini, Ferrari…cosa ti ha ispirato a produrrefilm su queste eccellenze italiane?

Andrea: Io sono legalmente 50% italiano 50% canadese; non vivo più in Italia da 10 anni ma mi sento assolutamente italiano e sono assolutamente italiano. La cosa che a me dava profondamente fastidio, girando il mondo, è sentire che tutti apprezzano l’Italia per la pizza, per la pasta, per il fare italiano, che è divertente perché noi non ce ne rendiamo conto ma come parliamo all’estero fa morire dalle risate però la cosa che a me da fastidio è che non vedono gli italiani dei geni. Noi siamo dei cazzo di geni. Dai, Ferrari è un genio, i fratelli Maserati dei geni…raccontando queste storie di italiani voglio far vedere che siamo dei geni. Perché quando pensi ai geni, pensi solo a Bill Gates, a Steve Jobs, Elon Musk e non pensi mai a un italiano.

Lamborghini
Mi trovavo in Giappone a una di quelle esperienze di cibo con lo chef di fronte e si parlava…era ancora al momento della pre production del film su Lamborghini e uno mi fa “Oh, I have tre Lamborghini”, cioè lui aveva tre Lamborghini e dico “Do You Know Ferruccio Lamborghin? Questo qu,i c’aveva tre Lamborghini, quindi uno ricco, ma non sapeva che dietro la Lamborghini c’è uno che si chiama Ferruccio Lamborghini che è quello che ha fatto questa roba qua, quindi vedi come non si riconosce il genio del creatore. Il mio obiettivo è raccontare queste storie, Ferrari e Lamborghini sono due film che hanno fatto successo in tutto il mondo cioè sono storie che alle persone interessano.
GIANNI: Parlando di Ferrari, si è acceso il dibattito lo scorso anno con Favino che parlava degli attori stranieri che interpretano gli italiani, tu rispondi e dici che il cinema italiano non ha creato uno star system riconoscibile nel mondo ed è chiusa alle collaborazioni puoi spiegarte meglio questo concetto?

Andrea: Noi oggi non abbiamo lo star system che ci permette di finanziare film che costano una determinata somma e distribuirli in in tutto il mondo. Modigliani è un film che costa molto di meno rispetto a Ferrari, il protagonista è Riccardo Scamarcio, con il quale ho fatto già due film, che inizia ad avere una riconoscibilità a livello internazionale e può supportare un film di quel budget ma cioè io non conosco un attore italiano, un’attrice italiana che oggi sia in grado di far fare a un produttore un investimento di 100 milioni e riuscire a vendere quell’opera in tutto il mondo.

Il mercato

Per far sì che questa cosa esista, uno deve puntare a far sì che in Italia si producano film sicuramente patriottici che danno un buon messaggio all’Italia e all’italianità ma film che sono pensati per essere venduti, distribuiti in tutto il mondo. È ovvio che gli attori italiani sono bravissimi, molto più bravi di tantissime star che hanno vinto anche Oscar, quindi io non ne faccio un discorso artistico, ne faccio un discorso di mercato.

GIANNI: Quest’anno ha portato alla ribalta un problema che stanno avendo diversi produttori, ad esempio Kevin Kostner ha detto in conferenza stampa che ha dovuto ipotecare le sue case, le case dei figli per produrre un film che secondo secondo lui è uno dei più belli mai fatti ma non trova un compratore, stessa cosa Coppola con il suo film, secondo te sa dove derivano questi problemi?

Andrea: Allora noi in questo momento specifico stiamo vivendo, diciamo, la fase down di un momento drogato dalle piattaforme. Nel 2020, con il covid, tutti gli studi hanno iniziato a spingere per le loro piattaforme: Amazon ha aumentato gli investimenti, Disney ha fatto la propria piattaforma e quindi questo ha drogato il mercato, creando una rincorsa a i video content, alzando l’asticella della domanda e i produttori si sono attrezzati per l’offerta.

La produzione

Si è molto più prodotto di quello che si poteva fare e hai un sacco di film che non trovano praticamente una casa mentre prima anche il film sperimentale trovava una casa di distribuzione con molta più facilità. In questo momento specifico, stiamo vivendo un riassestamento di questo perché la maggior parte delle piattaforme stanno contraendo gli investimenti quindi li stanno abbassando oppure non li stanno più sostanzialmente alzando, creando questo sbilanciamento ma fra 6 mesi, 12 mesi le cose potrebbero cambiare di nuovo.

GIANNI: Tu sei stato premiato alla Mostra del Cinema di Venezia come miglior produttore e poi hai ricevuto come regista un premio a Capri Hollywood, l’anno scorso hai partecipato allA notte degli oscar con Tell it Like a Woman, una serie di cortometraggi che raccontano la forza delle donne in tutto il mondo, candidato come migliore canzone. Ci puoi dire quali sono state le tue emozioni quella sera?

Andrea: Io avevo avuto tanti film della mia library che hanno preso l’Oscar ma quel film lì in particolare era un film difficilissimo, anche perché è un film a episodi di cortometraggi, quindi anche difficile da allocare in una piattaforma perché in quale generi lo posizioni, in quale palinesto lo metti? Era un film così difficile che quando ero lì alla Notte degli Oscar, vedere la nostra cantante Sofia Carson esibirsi sul palco e aver avuto quell’opportunità per me era già una cosa bellissima. Già essere candidati per me è stata un’emozione bellissima e quindi ci dobbiamo riprovare.

GIANNI: Andrea prossime produzioni che hai in cantiere?

Andrea: Ne stiamo realizzando una adesso che si chiama Stolen con Scott Eastwood e poi il mio prossimo film, a cui tengo tanto è è Maserati…poi ne abbiamo tantissimi in sviluppo che però non posso dire…

GIANNI: Parliamo un attimo di Torino che è diventata, nel tuo progetto che ci raccontavi prima, una meta importante. Può diventare centrale nelle tue produzioni?

Andrea: Sicuramente sarà una delle location che utilizzeremo sempre di più. Il modello che farò, dal 2025 in poi, girerò in sei Paesi diversi più o meno ogni film diciamo che non ci sarà un posto che diventa centrale e basta, ci sarà una diversificazione territoriale degli investimenti che facciamo, anche perché siamo diventati troppo ingombranti. Noi non possiamo girare tutti i nostri film in un posto solo perché altrimenti a un governo lo mettiamo in difficoltà e ormai mi sono reso conto di questa cosa in modo evidente, siamo troppo ingombranti, quindi devo per forza diversificare a livello di territorio ma sicuramente l’Italia è uno dei posti principali dove continuerò ad investire.

GIANNI: Il 4 di giugno c’è stato lo sciopero a Roma degli addetti ai lavori per quanto riguarda il cinema e lo slogan è “Siamo ai titoli di coda”. Tu cosa ne pensi?

Andrea: Allora in Italia abbiamo vissuto un momento topico dove non trovavi le troupe e facevamo difficoltà ad assumere le persone, come per esempio quando stavamo girando Ferrari, adesso stiamo vivendo un momento in cui c’è più spazio cioè si stanno girando meno opere ed è ovvio che il governo si sta organizzando perché, come dicevo prima, i budget non sono sufficienti e perché appunto avendo avuto un boom nella produzione e avendo il governo un budget limitato per gli incentivi è impossibile accoglierli tutti.

Legge sul tax credit

La rivisitazione necessaria del decreto legge sul tax credit è ovvio che sta portando un momento di stallo nelle produzioni perché se non fai l’applicazione per gli incentivi un produttore prende un rischio troppo alto di fare un film con l’incertezza di quale incentivo prenderà e quindi questa diciamo è la situazione. Non è una situazione che riguarda solo l’Italia, c’è una situazione simile in tanti Paesi in tutto il mondo; secondo me il governo sta facendo un lavoro eccellente quindi non sono d’accordo con le proteste e secondo me il tax credit italiano è uno dei migliori al mondo e questi sono dati per me oggettivi, avendo una visione globale del nostro business.

GIANNI: Hollywood si è aperta alle diversità e praticamente ai prossimi Oscar saranno candidati all’Oscar i film che avranno maggiore inclusività. Cosa ne pensi?

Andrea: Secondo me come tutti i momenti di cambiamento c’è sempre una fase dove il il pendolo pende più da una parte che dall’altra ma alla fine è sempre la qualità che verrà premiata, al di là ei motivi politici. Alla fine per quanto tu possa premiare l’inclusività, se non c’è un regista che rappresenta o degli attori che rappresentano meglio l’inclusività rispetto ad altri, se non fanno delle opere buone non potranno vincere e perché poi, alla fine, sono 4.000 persone che votano e non è che quelli li metti d’accordo cioè ognuno vota quello che che vede e quindi secondo me vince sempre il prodotto. Se vuoi ascoltare l’intervista integrale ascolta ilpodcast


Andrea Iervolino il produttore visionario che ha conquistato hollywood parte 2







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